La risposta di Giancarlo Cancelleri alla Lettera ai Candidati Governatori Sicilia 2017
1) RINNOVARE LE CAPACITA’ DI GOVERNO DEL TERRITORIO. Come il suo programma promuove la necessità (se condivisa) di una riforma del governo del territorio siciliano; su quali presupposti e prospettive strutturali? Quali passi si propone ed in quali tempi ritiene di esitare tale riforma?
Risposta:
Il concetto attuale e moderno di governo del territorio comprende l’urbanistica, l’edilizia, l’insieme dei programmi infrastrutturali, la difesa del suolo, la tutela del paesaggio e delle bellezze naturali, nonché la cura degli interessi pubblici funzionalmente collegati a tali materie.
Le azioni di governo del territorio, a mio parere, si attuano mediante un efficiente ed equilibrato sistema di programmazione e pianificazione territoriale ed urbanistica, che garantisca la diffusione di pratiche di partecipazione attiva dei cittadini alle scelte di governo del territorio.
In particolare, nel programma del M5S prevediamo per quanto attiene la cosiddetta pianificazione territoriale:
- Completamento del Piano paesaggistico regionale come previsto dal D.lgs. n. 42/2004. Il piano paesaggistico è il primo strumento di pianificazione cogente su tutto l’intero sistema di programmazione del territorio, necessario per definire le migliori e opportune strategie mirate ad una tutela attiva ed alla valorizzazione del patrimonio naturale e culturale dell’isola . Ad oggi, risulta che la Sicilia non è assolutamente dotata di tale strumento, esiste solo un documento recante “le linee guida del piano paesaggistico regionale”.Sul punto, occorre precisare che la regione in ordine alla pianificazione paesaggistica è molto indietro. Infatti, non tutte le province sono dotate di un piano e solo poche hanno ottemperato agli obblighi di legge (4 province su 9 ndr).
- Introduzione di una riforma della legge regionale 27 dicembre 1978, n. 7, recante. “Norme integrative e modificative della legislazione vigente nel territorio della Regione siciliana in materia urbanistica”. Il nuovo sistema di programmazione e pianificazione territoriale ed urbanistica dovrà assicurare un elevato livello di protezione e di qualità dell’ambiente, nell’ambito dei procedimenti di formazione dei piani territoriali e urbanistici, provvedendo alla contestuale valutazione della sostenibilità sociale ed economica delle scelte pianificatorie.In particolare, la nuova pianificazione dovrà favorire il processo di rigenerazione della città, attraverso la previsione degli strumenti più idonei, attuando strumenti perequativo-compensativi compatibili con il principio del territorio come bene comune, attraverso l’equa distribuzione di diritti edificatori e di oneri tra i proprietari di aree ricomprese in ambiti, anche discontinui, individuati dai piani.
- Previsione del certificato verde quale strumento di rigenerazione e perequazione urbana nel nuovo sistema di programmazione e pianificazione territoriale ed urbanistica. In particolare, il certificato verde si fonda sul principio secondo il quale ad una determinata costruzione deve corrispondere, anche e soprattutto in termini quantitativi, una eguale demolizione, con cessione al pubblico delle aree demolite. Parte di tali aree dovrà essere destinata alla realizzazione di opere di urbanizzazione primaria (verde pubblico e parcheggi). In tale prospettiva, il certificato verde incentiverà i costruttori a demolire le parti più degradate del tessuto urbano (i quartieri periferici e ultimi) e ad operare, conseguentemente, un’attività di riqualificazione, al fine di costruire ulteriori immobili, mantenendo lo stesso volume, nelle cosiddette aree risorsa, nel rispetto della normativa antisismica e di efficienza energetica;
- Previsioni di premi ed incentivi (in termini di maggiore cubatura) per i costruttori che provvedono a demolire e ricostruire con criteri di efficienza energetica, antisismica, con criteri di architettura sostenibile ed innovativa, purché non siano edifici storici, di rilevanza storico-culturale e rientranti nella zona A del prg.;
- Riforma della legge regionale 10 luglio 2015, n. 13 “Norme per favorire il recupero del patrimonio edilizio di base dei centri storici” che, ad oggi, appare di difficile applicazione, sia per gli uffici tecnici comunali sia per gli operatori del settore edilizio, a causa di disposizioni non rispondenti alle caratteristiche architettoniche del territorio della regione, fin troppo eterogenee per essere limitate all’elenco di cui alla suddetta legge.
La riforma, invero, punterà alla valorizzazione dei centri storici con l’introduzione di uno strumento urbanistico attuativo, il cosiddetto Studio di Dettaglio, alternativo a quelli attualmente previsti dalla legge.
In particolare, al fine di favorire la tutela, la valorizzazione e la rivitalizzazione dei centri storici ubicati nella Regione, incentivando al tempo stesso la rigenerazione delle aree urbane degradate, i comuni potranno disciplinare gli interventi da attuare nei centri storici attraverso uno Studio di dettaglio, che costituisce variante generale allo strumento urbanistico generale vigente relativamente al centro storico ovvero ne integra e specifica le previsioni, se redatto contestualmente al PRG.
Lo Studio di dettaglio, dunque, definisce gli interventi da attuare nel centro storico nel rispetto del principio della conservazione e valorizzazione dei caratteri spaziali, architettonici e tipologici esistenti, limitando le trasformazioni ad ambiti privi di valore storico- testimoniale nonché a quelle necessarie per il miglioramento della qualità urbana e delle condizioni abitative.
- Programmazione degli interventi sul demanio attraverso una più corretta gestione sostenibile e rispettosa delle coste e delle spiagge siciliane. Infatti, ad oggi, non vi è un applicazione omogenea della legge regionale 15/2005 (introduttiva dei PUDM) da parte dei comuni dell’isola, rendendosi necessaria un’attenta revisione della materia al fine di mettere ordine nel settore. Pochi e semplici interventi di revisione delle linee guida per la stesura dei PUDM che permetterebbero, ad esempio, l’introduzione di criteri di costruzione delle strutture balneari che rispondano a pieno all’esigenza di salvaguardia e tutela delle coste.
2) INFRASTRUTTURARE NUOVE RETI COLLABORATIVE DEI TERRITORI. Quali misure ed opere, a sostegno di questa prospettiva (se condivisa), il suo programma vuole fattivamente sostenere?
Risposta:
L’attuale sistema delle infrastrutture e dei servizi di trasporto della Regione Siciliana presenta numerose criticità legate alla sua inefficienza e obsolescenza. La posizione strategica della nostra isola sotto il profilo geografico offre delle grandi opportunità di crescita e sviluppo economico.
Al fine di sfruttare al meglio tali potenzialità, la Regione siciliana deve fare ricorso, in maniera illuminata, alla competenza legislativa di cui dispone nella materia dei trasporti. La legislazione siciliana, pertanto, deve orientarsi nella direzione del completamento e potenziamento del sistema trasportistico siciliano sia per garantire il diritto alla mobilità costituzionalmente sancito, sia per incrementare lo sviluppo economico e territoriale ed eliminare gli sprechi che derivano da una gestione inadeguata e carente sotto molteplici aspetti.
Il nostro programma propone in materia, a titolo meramente esemplificativo, di avviare politiche volte alla tutela del principio di continuità territoriale aprendo un canale di interlocuzione con lo Stato ai fini dell’ottenimento dell’estensione del suddetto regime di continuità territoriale (attualmente previsto per Sardegna, Pantelleria e Lampedusa) a tutta l’isola prevedendo ad esempio tariffe aeree ridotte e uniche per residenti e non.
Ancora, prevediamo una cooperazione con la Banca Europea per gli investimenti (BEI) attraverso un protocollo, per l’avvio di piani di investimento infrastrutturali con partner internazionali realmente necessari al territorio della regione.
Il M5S ha fatto proprio, altresì, l’obiettivo di realizzare un sistema di trasporti intermodale in grado di fornire tutti i servizi primari ai cittadini siciliani e ai turisti. Tutto questo senza tralasciare l’ottimizzazione del sistema del trasporto pubblico locale e l’efficientamento immediato di tutte le infrastrutture stradali, siano esse autostrade, strade provinciali o strade statali (mediante accordi specifici con ANAS), attraverso il completamento delle infrastrutture ancora sospese e l’ammodernamento delle strutture esistenti.
Il tutto avendo in mente anche il risanamento del Consorzio per la Autostrade Siciliane (CAS), evitando la fusione con Anas che determinerebbe, non solo la rinuncia per il CAS ad introitare i ricavi derivanti dai pedaggi autostradali, ma anche la rinuncia alla gestione degli appalti di progettazione e costruzione dei tratti le cui concessioni sono attualmente gestite dal Consorzio stesso.
3) SOSTENERE I PROGETTI DI INNOVAZIONE URBANA E TERRITORIALE. Da quali progetti si pensa di partire per nuovo percorso verso la qualità urbana e territoriale? Quale è l’azione di governo con la quale pensa di accompagnare questa prospettiva (ove condivisa)?
4) UNA AGENDA PER LA NUOVA ARCHITETTURA. Quali misure pensa siano possibili per un sostanziale rinnovo dei territori in relazione alla programmazione di opere pubbliche ed all’incentivazione di una diffusa iniziativa privata?
Risposta unica alle domande 3) e 4):
Il concetto di rigenerazione urbana è talmente ampio da risultare difficilie darne una semplice definizione. Ma in un ottica di una completa riforma del governo del territorio, con rigenerazione urbana possiamo certamente intendere, in primo luogo, quelle azioni di recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio preesistente, in particolare nelle periferie più degradate. In secondo luogo, la rigenerazione degli edifici o degli spazi è spesso affiancata da interventi di natura culturale, sociale, economica e ambientale, finalizzati ad un miglioramento della qualità della vita, nel rispetto dei principi di sostenibilità ambientale e di partecipazione.
Per addivenire ad una completa e reale riforma del territorio, dunque, oltre agli interventi riformisti in materia di pianificazione, occorre anche dotarsi di un corpus normativo che permetta di porre in essere significative azioni di rigenerazione urbana, così come sopra intesa.
Quindi è opportuno introdurre una disciplina specifica in tema di Rigenerazione Urbana, individuando cosa s’intende e qual è scopo ultimo del processo di rigenerazione. Molte regioni italiane, infatti, relegano il fenomeno della rigenerazione urbana ad uno o due articoli in un più ampio testo normativo riguardante il governo del territorio, non focalizzandosi invece sul fenomeno in sé e per sé, in continua evoluzione ed espansione.
Alla specifica disciplina è importante anche prevedere un piano/programma regionale (annuale o biennale) di rigenerazione, nel quale la Regione, con il coinvolgimento delle parti sociali e degli stakeholder, elabora le strategie, individua i finanziamenti regionali/nazionali ed europei, nonché le aree, le misure e gli interventi di rigenerazione ed innovazione ammissibili ai finanziamenti.
La rigenerazione urbana, come visto, è connessa al cittadino che di fatto vive gli spazi delle città. Per questo, un ulterirore tassello della riforma del governo del territorio è la diffusione di un modello di partnership pubblico-privato che permetta ai cittadini di vivere da più vicino gli spazi comuni e di riappropriarsi di un’identità sociale. Una visione del buon governo del territorio punta a creare le giuste condizioni per la realizzazione di un proficuo partenariato sociale. I cittadini potranno farsi portatori di progetti che riguardano la valorizzazione dei beni comuni delle nostre città (aree verdi, piazze o strade) mediante iniziative culturali di vario genere, interventi di decoro urbano, di recupero e riuso degli spazi urbani.
5) RISORSE E PERCORSI VIRTUOSI PER LA QUALITA’ DEI PROGETTI. Come il suo programma pensa di incentivare la qualità del progetto, sia dal punto di vista della trasparenza e qualità delle procedure che da quello dell’apporto di risorse economico-finanziarie, nell’ambito della committenza pubblica e della più diffusa committenza privata?
Risposta:
E’ preciso scopo del M5S la promozione della cultura architettonica ed urbanistica. Già in questa legislatura è stato presentato un DDL (il numero 1061) che si pone l’obiettivo di richiamare l’attenzione dei cittadini, delle istituzioni e dei professionisti sul tema della qualità dell’architettura, dell’urbanistica, degli spazi urbani, del territorio e del raggiungimento di più elevati standard di progettazione e realizzazione delle opere pubbliche e private, in grado di contribuire alla salvaguardia del paesaggio e al miglioramento della qualità della vita della collettività.
Con la stesura del DDL, la Regione Sicilia averebbe accolto gli intenti e le finalità espresse dal Consiglio dell’Unione Europea nella Risoluzione per la qualità architettonica del 12 febbraio 2001 (2001/C73/04) e nelle Conclusioni relative all’architettura del 13 dicembre 2008 (2008/C319/05).
La proposta di legge, infatti, prescrive le opportune misure a diffondere la conoscenza e la promozione delle opere di architettura di particolare valore artistico, stabilendo premi e riconoscimenti ai progetti e alle opere di architettura vincitrici delle sopradette procedure concorsuali che potranno essere indette oltre che da enti pubblici, anche da soggetti privati.
L’architettura è un elemento fondamentale della storia, della cultura e del quadro di vita della nostra regione e, rappresentando una delle forme di espressione artistica essenziale nella vita quotidiana dei cittadini, costituisce il patrimonio del domani.
GIANCARLO CANCELLERI
CANDIDATO ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE SICILIA